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CAIVANO. Nessuno tocchi Caino. Antonio Angelino è risultato essere persona non credibile

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CAIVANO – Al di là della sprovvedutezza dei giovani e dell’incompetenza di altri, argomento che comunque tratterò in questo editoriale, il comune gialloverde sembra quasi avvolto da una maledizione. Al netto delle piccole parentesi del centrodestra degli ultimi anni, a Caivano chi ha sempre governato è sempre stato il centrosinistra e caso, fato o qualcos’altro ha voluto che forse da settembre sia ancora il centrosinistra a vincere la prossima competizione elettorale. Ma veniamo ai fatti.

Una mossa politica dirompente messa su dal duo Emione-Mennillo – mi perdonino gli altri addetti ai lavori ma di questo bisogna darne atto – ha sbaragliato ogni tattica o aspettativa sul territorio, al punto tale da anticipare di circa cinquanta giorni la campagna elettorale nell’ultimo comune a nord di Napoli. Vuoi il vuoto cosmico creato da questi due anni di assenza politica, vuoi il disamore dei caivanesi verso la cura della res publica, fatto sta che nessuno delle due compagini in corsa, fino a ieri, ha mai avuto il quadro completo per non dire le liste complete. Allora si è pensato bene partire dalla coda, creare entusiasmo attorno al nome di Enzo Falco – stimato funzionario, dimestichezza nell’amministrazione pubblica ma totalmente a digiuno dei fatti di casa nostra – con la speranza di aggregare quante più persone intorno al nome e non alle idee.

Dall’altro lato c’è stato un politico rampante, giovane, dalle idee chiare – almeno a parole – con un seguito di giovani entusiasti che per un periodo di tempo hanno fatto attivismo sul territorio comunicando alla cittadinanza quanto fosse necessario a Caivano, rinnovare la classe dirigente e dalla loro avevano anche l’età anagrafica che gli dava ragione.

Ma a Caivano tutti sapevano, compreso i giovani, quanto fosse ambizioso il loro leader, stiamo parlando di Antonio Angelino, ex segretario del PD, uscito dal partito proprio per la sua voglia di mettersi in gioco in prima linea e portare una ventata di aria fresca sul territorio. Quando l’ambizione è più grande del proprio ego, a volte ti porta a commettere degli errori ed il suo errore non è stato quello di dialogare/confrontarsi con l’ex senatore Giacinto Russo, quest’ultimo deluso dal comportamento del duo Emione-Mennillo, o andare a scomodare l’ex sindaco Simone Monopoli in quel di Villaricca per chiedergli una mano in campagna elettorale affiancando una delle sue liste alla coalizione civica che si stava formando, piuttosto l’errore l’ha fatto quando mentre dialogava con la “vecchia politica” – così l’hanno battezzata i suoi amici – non informava i membri di “Caivano Conta” sulle proprie idee di espansione. Così, vistosi accantonati e superati dalla bramosia di vittoria del loro leader, hanno pensato bene di abbandonarlo e svuotarlo della propria autorevolezza.

Queste sono le motivazioni ufficiose che ieri sera Antonio Angelino ha confermato nella riunione tenutasi al margine del suo passo indietro sulla candidatura a sindaco di Caivano.

Le stesse motivazioni che contestualmente alzano una serie di quesiti e di dubbi. Chi vuoi che creda ad un politico che viene meno ad un patto, un patto per giunta siglato con un documento controfirmato? Ma al di là della sprovvedutezza dimostrata nel non informare il proprio gruppo sulle decisioni di ampliamento o di dialogo con personaggi appartenuti ad un’altra epoca politica, ci si domanda perché agli amici di Angelino, compreso Pasquale Licito – firmatario anch’egli del documento per la lista Caivano Conta viene in mente di abbandonare il proprio leader dopo aver firmato un documento e fatto firmare anche allo stesso Antonio Angelino? Quanto valgono le parole e/o le firme di costoro?

Un’altra riflessione che viene da fare è che se è vera un’ambizione così forte come quella di Antonio Angelino nel voler fare il candidato sindaco a tutti i costi, anche al costo di sedersi al tavolo col suo nemico di sempre (Monopoli ndr), perché accorgersi solo dopo una settimana dall’aver accettato l’investitura? In politica si sa, qualsiasi scelta può essere argomentata e quella di farsi aiutare da Monopoli poteva sembrare un segno di maturità, una dimostrazione di aver fatto cose che quasi tutta Caivano non ha fatto, cioè leggersi le carte, documentarsi, informarsi sugli ultimi avvenimenti e accorgersi che forse l’ex Sindaco tutti questi torti non li ha mai avuti, tranne qualche piccola sprovvedutezza in più, non rilevante ai fini dello scioglimento. E allora perché accettare, senza remore, il verdetto emanato da giovani scapricciati che non hanno mai capito un’acca di politica e che hanno posto veti su elementi che non hanno mai conosciuto di persona ma che sono sempre stati demonizzati dagli addetti ai lavori perché hanno avuto dalla loro il torto di risultare vincenti? Quindi, nessuno tocchi Caino! Le motivazioni bisogna ricercarle altrove. Anche perché rimangiandosi la sua parola, o per meglio dire la sua firma, Antonio Angelino ha già ampiamente dimostrato di essere persona non credibile.

E allora, bisogna dirlo ad alta voce e senza paura di ritorsioni o di smentite. Antonio Angelino può anche aver dimostrato che la politica non è arte sua ma non è uno stupido!

Cosa gli sia successo lo sa solo lui. D’altronde la sua vita, al netto delle dimissioni presentate pochi giorni fa – e non di espulsione come ha avuto da scrivere qualche giornalista disinformato – la sua vita personale e professionale ruota intorno al PD e nello specifico alla figura del deputato Lello Topo. Siamo sicuri che anche tra le alte sfere del partito sia piaciuta la mossa del giovane rampante che con una sua vittoria avrebbe sicuramente mortificato quel partito che tanto ha lottato, con ogni mezzo possibile, contro l’ex sindaco che si sarebbe ritrovato ad essere suo primo alleato?

Diceva un noto politico “a pensar male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca” e oltre a sollevare i dubbi i giornalisti hanno anche l’opportunità di scrivere indiscrezioni e diciamo che sul marciapiede voci circa il fare il doppio di quanto fatto a Monopoli ad Antonio Angelino se fosse risultato vincente si fanno sempre più insistenti.

Se poi a queste voci aggiungiamo anche l’indiscrezione che su Caivano sia stato inviato al Comune e alle varie Procure della Repubblica un dossier che parli di tutti gli attori in campo, descrivendo altarini e scheletri nell’armadio, con certezza possiamo asserire che nel comune gialloverde nulla è cambiato e se la politica non cambia i toni, una venuta di una nuova Commissione d’Accesso è dietro l’angolo.

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Comune di Caivano, in arrivo 17 nuove assunzioni a tempo indeterminato

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17 nuove assunzione, a tempo indeterminato, al Comune di Caivano.

La Commissione Straordinaria, come da richiesta, si avvarrà del supporto tecnico-organizzativo della Commissione Interministeriale per la Riqualificazione delle Pubbliche Amministrazioni, che si occuperà della selezione di otto istruttori contabili, due istruttori direttivi contabili, due istruttori amministrativi, quattro operai specializzati (Area degli Operatori esperti) e un istruttore tecnico.
Saranno potenziati, quindi, alcuni servizi ritenuti di fondamentale importanza ed attualmente carenti, come la ragioneria, i tributi e le manutenzioni.

Le 17 nuove assunzioni si aggiungeranno alle 31 già effettuate (16 unità nei ruoli dirigenziali e amministrative e 15 agenti di polizia municipale); il tutto grazie all’approvazione del Piano Integrato di Attività e Organizzazione 2024-2026, documento predisposto con il supporto della task force del Dipartimento della funzione pubblica ed approvato dalla Commissione Straordinaria, formata dal Prefetto Filippo Dispenza, dalla Viceprefetto Simonetta Calcaterra e dal Dirigente Maurizio Alicandro,  che, dopo lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche, amministra il Palazzo di via Don Minzoni dal mese di ottobre 2023.

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CAIVANO. La politica latita ancora e lascia ancora tanto spazio al prete Patriciello che non disdegna di fare campagna elettorale

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CAIVANO – Una città in fase di riqualificazione, sia urbana che sociale. Grazie al Governo Meloni sono stati stanziati 52 milioni di euro che vengono gestiti da Fabio Ciciliano il Commissario Straordinario nominato dalla Premier, e altri soldi vengono presi dai vecchi fondi CIS che promosse Mara Carfagna, già Ministro del Sud e della Coesione Territoriale che nella chiesa del prete Patriciello, nel Gennaio 2022, firmò il Cis “Terra dei Fuochi” con all’interno un progetto di 2,5 milioni di euro presentato proprio dal parroco Maurizio Patriciello in collaborazione con il Comune di Caivano per un centro di formazione che doveva sorgere all’interno della Zona Asi di Caivano. Progetto poi arenato perché il Governo Meloni ha bloccato quei fondi destinati in 52 comuni della Provincia di Napoli, i fondi destinati a Caivano poi sono stati dirottati per altri lavori, parte sono stati impiegati per la riqualificazione del Teatro “Caivano Arte”.

Quindi qualcosa si sta muovendo. Il Commissario Straordinario ha stilato il proprio programma e i lavori vanno avanti spediti. I fondi CIS almeno a Caivano sono stati impiegati. Peccato per il progetto di Maurizio Patriciello che forse non vedrà la luce ma il suo sacrificio non sarà reso invano. I soldi sono serviti al Teatro e ad altre infrastrutture del territorio.

Il cronoprogramma va avanti e alla fine di questo mese verrà inaugurata anche la nuova “Deplhinia” quindi perché continuare a sponsorizzare, politicamente, ciò che è stato fatto e non si guarda avanti? Caivano non si salverà con le inaugurazioni. Dal punto di vista sociale, oltre all’assunzione di personale, nulla è stato fatto. E quello non compete a Ciciliano ma ai caivanesi.

Ancora una volta si lascia spazio a Patriciello. Ancora una volta gli si dà la possibilità di fare politica. Ancora una volta la classe dirigente o chi ambisce a diventarlo si assenta e lascia voragini a chi ama riflettori e telecamere ma non possiede né il ruolo né le competenze. Maurizio Patriciello va in Tv a difendersi dagli attacchi del Governatore De Luca, senza contraddittorio e con la possibilità di fare da testimonial alla Premier Giorgia Meloni, dato che continua a dire che ciò che ha fatto la leader di Fratelli d’Italia, in passato non è stato fatto dai suoi pari grado. Dichiarazioni che fatte in campagna elettorale vengono considerate dei veri e propri spot con tanto di testimonial di rilevanza nazionale.

Manca solo che il prete, insieme alla Premier Meloni, qualche Ministro e i commissari caivanesi decidano pure chi promuovere alle prossime elezioni amministrative, in maniera tale che si possa passare da un Comune commissariato dalla Prefettura a quello commissariato da Fratelli d’Italia, con un sindaco “fantoccio” manovrato dai poteri politici nazionali con il benestare della chiesa e dei tanti fedeli che credono nella volontà di Dio.

È tempo che i caivanesi, gente onesta e laboriosa da sempre, comincino a prendere in seria considerazione il futuro della propria comunità e del proprio territorio, e facciano sentire la propria presenza, facciano capire al Governo e alle istituzioni, che da troppi anni hanno dimenticato questo territorio, che i caivanesi con la loro presenza al loro fianco, sono pronti a riappropriarsi della vita politica della loro città e che non hanno bisogno né di commissari né di pupari.

Anche se, con l’assenza della politica, ognuno rintanato nelle proprie case perché colpevole nell’ignavia e nell’assoggettamento alla camorra, temo che ci possa essere più la probabilità che qualche politicante di turno possa “vendersi” al volere dei potenti che avere un sussulto di dignità e dimostrare quanto i caivanesi siano pronti all’autogestione. Mala tempora currunt.

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Caivano, incendio in un deposito di abiti vecchi: paura nella notte

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Notte di spavento a Caivano. Un improvviso incendio di un deposito di abiti vecchi, in via Fossa del Lupo, nella zona che collega via Diaz a via Atellana, è divampato nell’aria rendendola irrespirabile, provocando una nuvola nera alta decine di metri che si è propagata a chilometri di distanza.
Sul posto sono intervenuti prontamente carabinieri e vigili del fuoco.
L’odore naueseabondo dell’aria ha costretto gli abitanti caivanesi a barricarsi in casa.

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